Quando la forma è sostanza. Travaglini, se non l’hai mai bevuto è giunta l’ora di espiare la tua colpa
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Questo articolo nasce da un’affermazione di un mio amico durante uno scambio di vedute sul vino, Beppe ad un certo punto afferma: “ Ah si, il Gattinara, quello con la bottiglia strana!”.
Beh, che dire.. ancora oggi si consolida dopo 60 anni l’ottima operazione di marketing del lungimirante Giancarlo Travaglini, quando nel 1958 egli pensò ad un’opera d’arte per la sua bottiglia perché, secondo il suo pensiero, un grande vino non può stare in una normale bottiglia.
Qui in Piemonte lo conoscono tutti, perlomeno anche chi non lo ha mai bevuto conosce sicuramente la sua fama e la sua forma.
Non molto tempo fa mi è capitato di ascoltare un gruppetto di persone, distinte ed apparentemente afferrate sull’argomento enologico, che prendevano sotto gamba il nome di Travaglini e del Gattinara, snobbandolo come fosse un prodotto industriale, scontato e banale.
Probabilmente costoro saranno abituati ai grandi Barolo e Barbaresco e non immagineranno men che meno di aver sottovalutato un grande prodotto da uve Nebbiolo, il quale nulla ha da invidiare ai suoi più blasonati “vini cugini” appena citati.
Non mi permetto di giudicare le tre persone che disquisivano di Travaglini come un sottoprodotto (cosa hanno sentito le mie orecchie! Spero che sia un caso isolato) però sentirli affermare che è famoso soltanto per la forma della bottiglia e perdipiù rincarando la dose con la fatidica frase: se non costa tanto quanto (e qui le orecchie mie ormai sanguinavano) i Barolo e Barbaresco ci sarà un motivo!, ebbene, A questo gioco al massacro io non ci sto (cit. di un novarese).
Voglio dire, in poche righe chiare e indiscutibili, a questi signori che Travaglini è la cantina che ha portato, e tuttora ne è il più diffuso ambasciatore, il nome di Gattinara nel mondo (non è un caso l’affermazione: Gattinara = bottiglia strana).
E’ uno dei vini simbolo del Piemonte, pardon, dell’Alto Piemonte.
Come per ogni azienda che fa bene il suo lavoro la qualità è al centro di ogni progetto della famiglia Travaglini.
Negli anni ha saputo ottimizzare al meglio le risorse del territorio producendo con costante eccellenza un vino unico, territoriale.
Una cantina che coltiva prevalentemente uva Nebbiolo ai piedi del Monte Rosa, un sottosuolo particolare composto da poco calcare ma ricco di graniti, porfidi e ferro che rendono la Spanna (Nebbiolo) caratteristico e distinguibile.
Il Gattinara Travaglini possiede caratteristiche di longevità ed un carattere del tutto particolare formato da 100% Nebbiolo o Spanna come viene chiamato nelle zone del nord Piemonte.
Da come si evince dalla foto di questo articolo, ho goduto di un Gattinara del 2011 accompagnato da prodotti semplici come formaggi ( Toma dop, Toma dop stagionata e Murazzano dop) e salumi ( salame di suino, salame di suino al Barolo e salame di cinghiale, prosciutto crudo).
Colore tipico rosso rubino tendente al granato, un vino profumato corredato da molte sfumature tra le quali note accentuate di viola e prugna, in un secondo momento si passa rapidamente ai sentori secondari di rosa appassita, ai terziari di tabacco e sandalo, il tutto avvolto dai segni distintivi di questo territorio riconducibili alle tipiche note ferrose e balsamiche.
In bocca è piacevole, il tannino è ben equilibrato tra freschezza e morbidezza.
Rilevo che il cambiamento climatico di questi ultimi anni ha aumentato il grado alcolico delle recenti vendemmie rendendo ancora più rotondo, avvolgente e godibile il sorso.
Nonostante la sua complessa struttura è già molto fruibile, è a buon punto della sua maturità, verrà completata probabilmente tra 6-8 anni, però sarei felice di essere smentito se la sua longevità superasse la soglia da me stimata.
Naturalmente la buona struttura e corposità di questo vino si adatta molto bene a pietanze saporite, in particolare l’accostamento con le carni rosse.
Affinamento di 3 anni, di cui 2 anni in botti di Rovere di Slavonia e un affinamento in bottiglia di 3 mesi.
La temperatura di servizio consigliata in retro etichetta è di 20℃ ma abbasserei di qualche grado perché il tannino non è ruvido e si amalgama bene con il grado alcolico di 13,5% vol.
Consiglio a chiunque ami il vino di bere un Gattinara e con lui tutti i suoi fratelli Nebbiolo dell’Alto Piemonte quali: Boca, Fara, Ghemme, Bramaterra [qui un esempio], Sanna, Sizzano, Nebbiolo Valli Ossolane, Nebbiolo Coste della Sesia, Nebbiolo Colline Novaresi [qui un esempio], vini di grande struttura a prezzi sostenibili.
Vini Nebbiolo all’ennesima potenza, alcuni potrebbero risultare austeri, con un tannino ruvido ma essi sono concepiti per essere levigati nel tempo, mediamente apprezzabili dopo una permanenza da 10 a 15 anni in cantina, moltissimi di questi, specialmente se riportano la dicitura Riserva, raggiungono stabilmente la piena maturità verso i 25 anni.
Di recente su questo blog ho parlato di Bramaterra [link] e Nebbiolo Colline Novaresi [link], un motivo in più per rimarcare le mie origini piemontesi.
In conclusione, voglio sottolineare le caratteristiche della bottiglia ideata per distinguersi da tutte le altre in circolazione. La particolarità della sua forma, disegnata da Giancarlo Travaglini, ha una funzione pratica.
Versando il vino con la mano destra e con l’etichetta rivolta verso la persona che berrà il contenuto, il sedimento che potrebbe essersi formato (è un vino non filtrato) viene raccolto nella gobbetta presente prima dell’attaccatura del collo di bottiglia in modo tale che il liquido raggiunga il bicchiere senza residui, si usufruisce così di un decantamento fino all’ultima goccia del nettare imbottigliato.
Non è detto che l’occhio voglia la sua parte, anzi, sono uno che bada alla sostanza e basterebbe leggere qualche mio post per capirlo, ma, in questo caso, l’elegante forma della bottiglia custodisce un ottimo contenuto, ed è entrata nell’immaginario collettivo come un segno univoco e distinguibile.
Considerando tutte le qualità che ho descritto del Gattinara di Travaglini in questione, si può asserire che il suo prezzo è più che abbordabile e, se non sapete cosa regalare ad una persona da voi stimata, non indugiate a donarle un’ottima bottiglia nella sostanza e nella forma.
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