Il buonumore vien bevendo. Nebbiolo 2007 Colli Novaresi Paolo Ferri
Autore : Fabio Bruno
La solita mattina nera, dopo che si è finito di lavorare tardi la sera prima, ci si alza presto, un figlio sta male e non ti ha fatto dormire, l’altro è da accompagnare a scuola, la macchina non parte al primo colpo, si fa tardi, si va di corsa, si arriva a scuola col fiatone, insomma, la solita routine.
Dopo aver fatto una mini spesa mattutina torno a casa tutto stanco e incrocio lo sguardo di mia moglie che è stranamente di buonumore. “Oggi cucino l’arrosto” mi comunica sorridente ed io ne sono rallegrato conoscendo le sue doti in cucina. Quindi, rinvigorito dalla notizia, vado di ramazza per le stanze. Ma un momento.. non è che sti sorrisini, il buonumore e il cucinare l’arrosto sono una sua tattica per farmi fare le pulizie? Mi sento nuovamente stanco.
L’ora di pranzo s’avvicina ed è ora di scendere in cantina e contemplare i miei gioielli. Mi viene a tiro un bianco e un rosso di un nuovo produttore e decido che è arrivata l’occasione di provare il rosso abbinandolo al piatto forte di giornata.
Si tratta del Nebbiolo 2007 Colli Novaresi Dop di Paolo Ferri.
Stappo la bottiglia, faccio riposare e respirare il vino per una mezzoretta prima della mescita ad una temperatura di 17-18 ℃ come raccomanda il produttore, verso nel bicchiere e noto un colore granato ancora vivo come se non fossero passati 10 anni tra barrique e bottiglia.
Profumi intensi tipici del vitigno, dai frutti rossi sino ai sentori speziati non ancora evoluti totalmente, perciò le premesse sono buone ancor prima dell’assaggio.
Ed infatti, arriva una conferma che fanno incuriosire le mie papille gustative, sorso dopo sorso sono alla ricerca di qualcosa che non c’è ancora ma ne sento l’anticipazione di una completa evoluzione che arriverà tra 3 – 5 anni o forse più.
Lunga la persistenza del nebbiolo Paolo Ferri e l’abbinamento con l’arrosto di manzo, seppur speziato a dovere, non ha retto il confronto.
Ancora un altro sorso, questa volta sento la terra di sottobosco, probabilmente sono suggestionato dalle foglie secche d’autunno che mi circondano ma mi viene una gran voglia di tartufo.
“ Moglie!!, cucina subito due uova di quaglia con sopra una grattata di tartufo bianco d’Alba che si accompagna bene col vino..“ ( non mi permetterei mai di rivolgermi come un uomo delle caverne verso la mia amata ma, nel post del mio blog, mi concedo questa raffinatissima licenza poetica ).
Mi guarda stranita e si fa un altro sorso anche lei. Bene, la giornata ora procede meglio grazie a questo ottimo vino.
Valore aggiunto : vino non filtrato e con solo 33 gr/l di solfiti ( che neanche i vini naturali… ).
Ora non mi resta che assaggiare il bianco.
Paolo mi confida che tra poco le bottiglie si vestiranno di un nuovo look, sono curioso di vedere il nuovo packaging destinato soprattutto all’estero.
Questo è un vino che tiene alta la bandiera dell’ Alto Piemonte.