Girovagando per il mercato dei vini #fivi
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Girovagando tra gli stand rigorosamente tutti uguali come da copione in tutte le manifestazioni F.I.V.I., anche nella nuova sede di Bologna il mercato dei vini ha riservato delle sorprese enologiche.
L’evento a mio modo di vedere ha rispecchiato le precedenti edizioni svoltesi a Piacenza, il verdetto finale comunque lo daranno gli espositori per quanto riguarda la logistica e le varie problematiche annesse e ovviamente il responso sarà affidato anche ai numeri di affluenza ai padiglioni del Bologna Fiere.
Ripercorrendo i vari assaggi nella giornata di domenica 26 novembre 2023, mi è rimasta impressa nella mente una figura che ha destato in me un forte interesse. Infatti, il giorno dopo, la mia curiosità mi ha spinto a sbirciare nel web sul personaggio che è ritratto in foto all’inizio di questo mio post di vinoamoremio.
Il signore in questione mi aveva stupito per la sua dialettica e per la grande passione con la quale raccontava i suoi vini, sarei rimasto ad ascoltarlo per ore.
Nel suo modo di proporre la gamma dei prodotti dell’isola d’Elba racchiudeva tutto quel che un appassionato di vini vuol sentirsi dire, o per lo meno, quel che a me piace sentire dire.
La sua narrazione era intensa e appassionata, raccontava sia dei vini riusciti bene che degli insuccessi, dei vini pensati e di quelli venuti per caso, senza alcun timore di spiattellare il bello e il brutto nel produrre il vino; il suo racconto era contornato da un tale ottimismo e vigoria che mi sorprendeva che provenissero da un uomo di età certamente superiore alla mia, insomma, si toccava con mano la sensazione di avere di fronte uno che credeva fortemente nel territorio in quel della Costa dei Gabbiani dell’isola d’Elba.
A fine della degustazione mi sono congratulato con lui per la passione che ha trasferito nel raccontare i suoi prodotti, infine, gli ho chiesto come si chiamasse e il suo nome e cognome (da appassionato e sconosciuto wine blogger qual sono) non mi hanno fatto scattare alcuna scintilla con i dovuti collegamenti (ammetto di non aver approfondito abbastanza, sic.), dopodiché ho chiesto il permesso di fargli una foto, lui – con un certo imbarazzo – si era stupito della cosa tentando di mettersi in posa di fronte al mio impertinente smartphone.
Prima di congedarci (io e il mio amico d’avventure enologiche Stefano P.) dalla postazione, il produttore elbano ci ha segnalato due stand secondo lui meritevoli di una visita, il gesto è stato un apprezzabile atteggiamento che non si riscontra frequentemente, quella scena credo che sia stata il punto definitivo perché la sua figura mi si stampasse una volta per tutte nella mente.
Come ho accennato in precedenza, il pensiero tornava incessantemente su quest’uomo (e forse il suo nome, che nel frattempo avevo dimenticato, mi rievocava qualcosa..), dunque il giorno dopo, arrivato a casa, mi sono affrettato a indagare sull’azienda Tenuta delle Ripalte e “l’internet” mi ha restituito questo responso:
Piermario Meletti Cavallari, fondatore della cantina Grattamacco, Presidente del Consorzio Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi e attualmente a capo del progetto vitivinicolo Tenuta delle Ripalte.
Ecco, non proprio uno di primo pelo mi verrebbe da dire, un signore che ha gettato le basi del Bolgheri, una D.O.C. della quale, se si pensa ai fondatori, ai più viene in mente una sola persona, Mario Incisa della Rocchetta, ed invece, Cavallari fu l’altra figura a credere in tempi non sospetti nel territorio di Bolgheri e crearne un mito enologico acquistando appunto la tenuta Grattamacco nel 1977.
Piermario ora fa parte della grande famiglia della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti e come per la maggioranza dei suoi colleghi associati si è presentato alla prima di Bologna al suo stand con una enorme voglia di mostrare i suoi vini ai tanti appassionati smaniosi di assaporare il nettare più esclusivo che ci sia.
Della Tenuta delle Ripalte ricordo una selezione di vini tutti molto puliti, precisi ed equilibrati, nell’espressione gergale AIS si direbbero: armonici.
L’Aleatico è il vitigno tipico di queste terre, non a caso ho memoria della freschezza e profumi floreali del IGT Costa Toscana Rosato delle RIpalte e l’ottimo gustosissimo Aleatico Passito dell’Elba DOCG Alea Ludendo (la bottiglia ritratta in foto in mano a Cavallari).
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