Continua l’esplorazione sul connubio tra GDO e Cantina Sociale. In evidenza – Cave Mont Blanc de Boregex et La Salle
Autore :
Fabio Bruno
Continua il mio percorso attraverso lo strano connubio tra supermercato e cantina sociale già descritto in altri miei articoli su vinoamoremio.it e sulla WineList.
In realtà non è così strano, i grandi numeri della cooperativa sociale si prestano bene alla grande distribuzione poiché trattano prodotti a prezzi accessibili. Il punto che mi preme sottolineare è che la qualità esiste sia nella cantina sociale che al supermercato.
Se una decina d’anni fa mi avessero detto che anche al supermercato avrebbero venduto vini da uve provenienti da viticulture impervie pressoché sconosciute, non ci avrei creduto, ed avrei avuto ragione, dopotutto, all’epoca, gli scaffali del reparto vini e superalcolici erano piccoli angoli nei quali si contavano alcune bottiglie di qualità medio-bassa ed il resto era suddiviso in bottiglioni e cartocci contenenti vini di scarsa qualità.
Fatto che invece mi è accaduto qualche giorno fa durante la spesa settimanale in un supermercato della mia zona, nell’occasione non ho potuto far altro sgranare gli occhi alla vista del Mont Blanc de Morgex et La Salle.
Per quale motivo ??
Ho conosciuto questa cantina grazie al suo spumante metodo classico, una realtà del tutto originale nel panorama spumantistico.
Viene infatti chiamato spumante ad alta quota, ovvero a quota 2173 [link].
Nelle uve con le quali viene realizzato lo spumante e tutti i prodotti della Cooperativa Cave Mont Blanc c’è il segreto che rende unica tutta la produzione.
Un vitigno particolare che in questa vallata, Valdigne, raggiunge 1200 m s.l.m., i vigneti più alti d’Europa.
Si tratta del vitigno autoctono valdostano Prié Blanc o Blanc de Morgex, nato per vivere e sopravvivere in alta montagna.
La natura gli consente di germogliare a primavera inoltrata quando in altura sono ancora frequenti le gelate e vendemmiare ad inizio settembre prima che arrivi la neve.
Il Blanc de Morgex ha una particolarità rara ed eccezionale rispetto a tutto il territorio italiano ed europeo, è infatti un vitigno a piede franco, a 1200 m l.s.m. la fillossera non attacca le vigne, di conseguenza non ha bisogno di portainnesto americano, è insomma una vite puramente europea.
Ancora una volta i preti di campagna, o di montagna, hanno fatto grandi opere a favore del movimento enologico, come nel caso descritto nella mia WineList N°#5 che fa riferimeto a Don Fiorino Marengo, colui che, continuando l’azione di Domizio Cavezza, ha fatto rinascere la mitica Cooperativa Produttori del Barbaresco, un pezzo di storia della viticoltura italiana e mondiale.
Nel caso della cave valdostana, il prete di montagna Don Bougeat parroco di Morgex riunisce un gruppo di viticoltori della vallata alpina Valdigne e fonda “Association des Viticulteurs” oggi “Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle”.
Questa cooperativa o, se si preferisce, Cantina Sociale, conta 80 associati 140.000 bottiglie prodotte e 90% delle uve raccolte nei comuni di Morgex e La Salle, per un totale di 18 ettari [link] .
Un progetto lodevole e temerario, come del resto è la vita sulle alte quote alpine, il fatto di riunire tutti i produttori di una vallata nella produzione di un unico vitigno è una sfida ambiziosa.
Ho preso spunto per parlare della cantina Mont Blanc tramite l’etichetta proposta in fotografia, una linea dedicata alla grande distribuzione, un vino base che rispecchia la filosofia della cantina, il Blanc de Morgex et de La Salle.
Inizialmente mi accorgo di un particolare che per molti non ha molta importanza, il tappo è un pezzo intero di sughero (monopezzo) e non un agglomerato, un caso insolito trattandosi di un vino non concepito per una lunga conservazione, ciò vuol dire che la cantina ha cura del proprio prodotto, soprattutto per una bottiglia venduta alla GDO al prezzo di 7-8 euro.
Il vino presenta un colore giallo paglierino con evidenti riflessi verdolini, riflessi che evidenzia anche visivamente la spiccata acidità tipica del vitigno.
I sentori vegetali si avvertono al primo impatto, erba di campo ed erbe officinali, in bocca è gradevolmente acidulo e intenso.
La sua persistenza e freschezza lo rende gradevole a tutto pasto, in particolare con carni bianche, pesce, formaggi freschi o di media stagionatura, oppure primi piatti di pasta con condimenti preferibilmente senza pomodoro.
Da servire ad una temperatura di 10 °C .
Avvistato sugli scaffali del Bennet e Esselunga al prezzo di 7,60 euro circa.
Come ho già ribadito in precedenza, non è il primo articolo dove tratto questo argomento, per chi volesse andare a curiosare riporto qui sotto i link di riferimento ed ovviamente nella WineList troverete anche gli approfondimenti.
La Cantina Produttori Erbaluce di Caluso e il suo Fiordighiaccio meritano più attenzione
La storia di un vino non viene cancellata da un Supermercato.